Quasi due anni fa, un amico in comune mi dice: “Dovresti conoscere Fabio Rastelli, è una persona di gran valore dal punto di vista umano ed è veramente preparato dal punto di vista tecnico. Inoltre, ha subito qualche ingiustizia dall’attuale dirigenza federale insieme ad Angelica Olmo della quale è allenatore.”
Siccome di questo amico mi fido, decido di telefonare a Fabio e dopo qualche giorno ci incontriamo in un bar a Milano. Una chiacchierata di un paio d’ore, molto piacevole, interessante, interrotta solo dal fatto che Fabio doveva andare ad allenare.
Con Fabio è stato feeling dal primo momento. Con il tempo la nostra conoscenza si è approfondita, ci siamo incontrati e sentiti spesso. Insieme a Massimiliano Di Luca, ha dato molti spunti per il nostro Programma.
Quando ci siamo conosciuti, Fabio stava riprogrammando la propria vita. La Federazione Italiana Triathlon non gli aveva confermato l’ incarico. Ma questo, per lui non è stato un problema. Perché? Perché le persone di valore, meritevoli e corrette, prima o poi riescono a trovare il successo.
E qui, vi racconto la storia per come ho avuto modo di viverla.
Fabio ha accompagnato il percorso di Angelica Olmo ai Giochi Olimpici di Tokyo, un percorso bello, sporcato da due insidie: la prima, invisibile e all’epoca non ancora scoperta, vede Angelica affetta dalla Malattia di Lyme; la seconda, la presidenza appena insediata e il nuovo staff tecnico federale che fanno di tutto per distruggere umanamente uno dei più grandi talenti che il nostro movimento abbia mai avuto prima portandola a cambiare allenatore e, successivamente, a non confermarle più lo status di atleta Pro e portandola a non essere più confermata nel Gruppo Sportivo dei Carabinieri del quale faceva parte.
Angelica è una forza della natura, l’ho conosciuta giovanissima, ho avuto l’onore di coltivare la sua conoscenza e vederla diventare donna, una grande donna ora impegnata a sconfiggere la Malattia di Lyme e a supportare il suo compagno: Léo Bergère.
Il rapporto tra Fabio e Angelica è ottimo. Léo vuole vincere una medaglia Olimpica. È tra i migliori interpreti del momento, diventa Campione del Mondo. A un certo punto sa che per raggiungere l’obiettivo, a Parigi, in casa, deve fare un ulteriore salto di qualità. E qui, entra in gioco Angelica. Mette in contatto Léo e Fabio. Iniziano a collaborare, si piacciono. Si crea uno squad con atleti di alto livello e giovani di prospettiva. In poco più di un anno si raggiunge l’obiettivo. Léo a Parigi è medaglia di bronzo. Fabio è il primo italiano, in qualità di primo allenatore, a portare un atleta a vincere una medaglia olimpica.
E anche se lui è modesto e dice che: “L’allenatore non vince e non perde nulla. L’allenatore è uno ed è la figura che ha la responsabilità della pianificazione e gestione tecnica del processo di sviluppo dell’atleta”. I ringraziamenti e gli attestati di stima ricevuti dimostrano che l’allenatore è importante.
Congratulazioni Fabio, in bocca al lupo Angelica. Sono onorato di conoscervi e di avervi al mio fianco.
E naturalmente congratulazioni a Léo per aver realizzato un sogno.