Il gruppo di lavoro si allarga: Massimiliano Di Luca pronto ad apportare il suo contributo alla squadra

Affermare che Massimiliano Di Luca è un coach di triathlon appare riduttivo. Il suo curriculum dice che è laureato in economia e allenatore di secondo livello (il più alto livello riconosciuto) della Federazione Italiana Triathlon da oltre 10 anni e vanta un’esperienza pluriennale nei quadri tecnici federali, ma chi lo conosce sa che adora lavorare dietro le quinte per lasciar parlare i risultati, che è un uomo “di campo”, ma che fa dell’organizzazione del lavoro e della pianificazione caratteristiche imprescindibili del suo lavoro. Massimiliano fa discorsi diretti, chiari, fondati su conoscenze costruite nel tempo, una grande esperienza diretta e tanta voglia di mettersi in gioco nel mondo del triathlon, tutti aspetti che sono la spina dorsale del gruppo di lavoro che sto creando e che rappresentano un indiscusso valore aggiunto.

“Ho iniziato a lavorare per la Federazione Italiana Triathlon nel 2014 e ho rivestito diversi ruoli tra cui Responsabile progetto Talenti 2020, Responsabile Squadre Nazionali Giovanili, Coordinatore progetto Sport e Studio. In tutti questi anni la mia attività principale è stata rivolta all’identificazione dei giusti percorsi di sviluppo per gli atleti junior, scrivendo politiche di selezione in stretta collaborazione con il Direttore Tecnico, guidando le delegazioni Italiane Giovanili e Junior in occasione di Eventi Internazionali e organizzando ritiri sia in Italia sia all’estero”.

Di Luca ha allenato direttamente atleti che hanno raggiunto risultati interessanti in ambito internazionale (ad esempio Giulio Soldati, 7° alle Olimpiadi Giovanili di Nanchino, Sara Papais 10a ai Mondiali U23, 12a agli Europei Elite, 4a agli Europei Under 23).

Nel 2019 ha fondato la sua società nel campo dell’allenamento professionale per gli sport di resistenza in due rami: il primo orientato alle prestazioni d’elite e sullo sviluppo degli atleti junior, il secondo rivolto a consulenza e coaching per gli atleti age group. Inoltre, ha scritto numerosi articoli per la rivista tecnica federale e ha pubblicato un libro sull’allenamento della corsa in ambito calcistico.

“Sin dai primi dialoghi con Daniele Moraglia, sono stato colpito dall’affinità di pensiero per quanto riguarda le attività che andrebbero svolte per indirizzare la Federazione nella giusta direzione – afferma Massimiliano Di Luca – Gli atleti devono essere messi sempre nelle migliori condizioni, senza dimenticare la visione che ci consente di avere sempre chiari dove vogliamo andare e la strada da percorrere per raggiungere il traguardo. Ecco, spesso queste cose si dice di volerle fare ma poi non si mettono in pratica, al contrario, mi sembra che Daniele abbia ben chiaro come si mettono in campo i giusti processi. Moraglia sa individuare le persone giuste, ascoltandole e tenendo in considerazione le competenze per sfruttarle al massimo e consentendo loro di esprimere il loro potenziale: questa è una capacità fondamentale per far girare al meglio una struttura complessa come una Federazione sportiva”. Proprio con soluzioni organizzative pensate per far rendere al meglio la macchina, gestite da persone che sappiano fare il loro lavoro e vengano messe in condizioni di farlo.

Anima sportiva, passione e determinazione: Sabrina Schillaci accetta la sfida ed entra in squadra 

Durante queste settimane di continui scambi, contatti e lunghi dialoghi con i protagonisti del mondo del triathlon italiano, ho avuto modo di raccogliere spunti, incoraggiamenti, critiche e perplessità, ma quello che ho davvero apprezzato è stato il confronto schietto e diretto che ho intrapreso con i miei interlocutori. Questo mi ha dato l’occasione di pesare le persone e ammetto che non sono mancate sorprese incredibilmente positive. Oltre a diverse conferme.

La conoscevo già, ma nelle ultime settimane ho apprezzato, ancora di più, passioneonestà intellettualedeterminazione e concretezza che la contraddistinguono non soltanto nel mondo del triathlon e quando ha risposto “presente” alla mia richiesta di far parte della squadra, non posso negare che la felicità è stata davvero tanta e con grande orgoglio annuncio che Sabrina Schillaci entra nel team. 

Sabrina pratica triathlon dal 2014. Avvicinatasi alla multidisciplina grazie al Progetto Neofiti di Ignazio Antonacci, ha disputato 4 Ironman e 15 mezzi, preparandosi sotto la guida di Fabio Rastelli. “Il triathlon ha rappresentato il salvavita in un periodo difficile della mia vita. Iniziare a praticare sport mi ha fornito gli strumenti per poter risalire dal baratro di una grave depressione nella quale ero scivolata a causa dell’improvvisa disabilità di mio marito. Nel 2017, sono diventata coach e mental coach, intraprendendo un percorso cominciato per approfondire le dinamiche utilizzate, in maniera inconsapevole, per trasformarmi in una persona completamente diversa da quella che ero. Volevo acquisire le competenze per poter aiutare altri a superare le difficoltà della loro vita e raggiungere gli obiettivi prefissati”.

Sabrina Schillaci ha fondato il progetto Race Across Limits (2018) per raccontare della sua rinascita, per ispirare e soprattutto per sostenere raccolte fondi dedicate alla disabilità, coinvolgendo nei suoi viaggi un tutta Europa centinaia di persone: ancora una volta il mezzo più efficace si è dimostrato proprio lo sport.

“Da quel momento, non ho mai smesso: organizzo eventi sportivi, ciclistici, lavoro con le scuole e con aziende private, mi occupo di crescita personale e coaching rivolto alle donne e alle persone in difficoltà. Quest’anno, Race Across Limits è diventata una organizzazione di volontariato di cui sono la Presidente: sostiene i caregiver e collabora con la Regione Lombardia per implementare la legge a loro dedicata mentre, recentemente, ha acquisito il brevetto come unità cinofila di soccorso nautico per poter operare nelle spiagge.

“Ho deciso di sostenere Daniele perché mi piacciono le persone appassionate, quelle che si mettono in gioco per gli altri, quelle che s’impegnano per migliorare ciò che non va bene. Sono aspetti che ci accomunano e che me lo hanno fatto apprezzare sin da subito. E poi adoro le sfide, e questa lo è di sicuro”.

Ecco Fabio, esperienza e competenza a disposizione della squadra

Prima di decidere di scendere in campo e manifestare la mia intenzione a candidarmi alla Presidenza della Federazione Italiana Triathlon ho avuto modo di confrontarmi con molti stakeholders del nostro movimento.

Sin dall’inizio, un gruppo di persone mi è stato vicino incoraggiandomi ad andare avanti: non sono mai stato solo!

È giunto il momento di presentarvi Fabio Rastelli.

Fabio è un allenatore professionista di triathlon che svolge questa attività a tempo pieno. Laureato con lode in Scienze Motorie, ha poi conseguito il Dottorato di Ricerca in Discipline delle Attività Motorie e Sportive, continuando l’attività di ricerca al CNR di Milano, occupandosi di Fisiologia dell’Esercizio Fisico.

Da sempre amante dello sport praticato, parallelamente all’attività di ricerca ha portato avanti l’attività di allenatore che, dopo una breve parentesi nell’atletica leggera, è stata interamente rivolta al triathlon, dapprima nel settore age-group, poi in quello giovanile ed élite.

Ha lavorato con atleti olimpionici, aiutandoli a raggiungere diversi podi in Coppa del Mondo e in Coppa Europa, oltre alla qualifica per i Giochi Olimpici, e con atleti élite sulle lunghe distanze con i quali hanno raggiunto alcune top10 in gare del circuito Ironman. È stato allenatore, Program Manager e Performance Analyst della Nazionale Italiana élite di Triathlon e ha avuto modo di collaborare per alcuni anni con Joel Filliol e gli atleti del suo squad, tra cui diversi campioni del mondo e una medagliata olimpica. Grazie al suo background è stato membro della delegazione italiana ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.

Si è impegnato molto anche nella formazione di giovani allenatori, in quanto ritiene che trasmettere le proprie conoscenze sia un lavoro che porta a mettere in discussione e rivalutare ciò che si è appreso negli anni, avendo un’importante opportunità di crescita personale. È stato docente di Atletica Leggera e di Valutazione Funzionale all’Università degli Studi dell’Aquila, docente di Metodologia dell’Allenamento all’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” e, non ultimo, ha fatto parte del corpo docenti della Federazione Italiana Triathlon.

Lo svolgimento di numerose collaborazioni su discipline sportive diverse hanno arricchito il suo bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche. È stato collaboratore:

  • della FIGC nell’ambito di progetti di sviluppo dell’allenamento giovanile;
  • di Technogym per lo sviluppo di nuovi strumenti per l’allenamento della forza;
  • della Squadra Nazionale Italiana di pattinaggio su ghiaccio “short track” per la preparazione dei mondiali di Vienna 2009;
  • della Squadra Nazionale Russa di pattinaggio su ghiaccio “long track” per la preparazione dei mondiali di Heerenveen 2010;
  • della Squadra Nazionale Cinese di marcia per la preparazione dei mondiali di Daegu 2011.

Sin dal primo incontro io e Fabio ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda. L’atleta élite deve essere messo al centro del proprio progetto, deve essere supportato nel raggiungere gli obiettivi prefissati e deve essere lasciato libero di seguire il proprio percorso con le proprie persone di fiducia conoscendo da subito le linee guida che lo accompagneranno durante il quadriennio, basate su meritocrazia e risultati, senza che queste vengano modificate in corso d’opera o siano bypassate da soggettività o scelte politiche.

“Dall’esperienza maturata con atleti di alto livello ho imparato che, sebbene gli aspetti tecnici siano di grandissima importanza, la chiave per il raggiungimento delle massime performance è la consapevolezza e la presa di responsabilità da parte dell’atleta delle scelte sul proprio processo di crescita – dice Fabio Rastelli – Un atleta che sceglie il proprio percorso in maniera consapevole, crede fortemente nella strada scelta e questo produrrà motivazione e impegno massimi; viceversa una strada imposta potrà essere percorsa in maniera impeccabile dall’atleta, ma con motivazione e impegno scarsi. L’allenatore dovrebbe responsabilizzare gli atleti e stimolarli a farsi carico delle proprie scelte, consigliando e mai imponendo loro la strada da seguire”.